Il termine perla deriva dalla parola latina “permula”, nome con cui si indicava l’intera conchiglia.

Le perle nascono dalle ostriche, in gran parte da quelle presenti nei mari orientali, formandosi al loro interno:  quando un corpo estraneo, ad esempio un granello di sabbia, finisce dentro il guscio, viene subito ricoperto da vari strati di calcio che in combinazione con altri minerali, si depositano e creano dei particolari strati di materia, con l’unico scopo di difendere i tessuti dell’animale dall’irritazione che, altrimenti, potrebbe verificarsi. Questa sostanza “protettiva” è chiamata madreperla e costituisce gran parte della composizione della futura perla.

Per creare le perle coltivate, invece, s’immette all’interno un frammento naturale con la forma scelta, che l’ostrica coprirà con la madreperla. Il risultato è che, dopo anni di attesa, la perla che nasce ha la forma ingrandita del frammento inserito.

Agli inizi del 1900 le perle bianche più rare arrivavano in Europa dal Golfo Persico, dallo Sri Lanka e dall’Australia,  mentre le perle nere, da Thaiti e da Panama. La Belle Epoque e il boom economico del primo dopoguerra fecero aumentare le vendite di queste meraviglie naturali.

Nel 1888 iniziò i suoi esperimenti Kokichi Mikimoto un imprenditore giapponese, inventore della coltivazione delle ostriche perlifere. Nel 1893 ottenne i primi risultati, anche se la realizzazione di una perla coltivata perfettamente sferica, richiese molti anni. Nel 1899 aprì il primo negozio sul Ginza Dori di Tokyo dove tuttora si trova l’edificio completamente nero della società, che ancor oggi porta il suo nome.

Altra tipologia di perle prodotte sono le perle cinesi che a differenza delle giapponesi sono coltivate in ostriche che vivono in acqua dolce; non viene innestato nel mollusco un nucleo di madreperla ma solo impiantato un pezzo di mantello di un altro mollusco, lo strato di perlagione si estende per tutto lo spessore della perla. La coltivazione delle perle d’acqua dolce cinesi senza nucleo rigido iniziò nel 1946. Fino agli anni ’70, le tecniche di coltivazione erano ancora in fase di messa a punto e si producevano generalmente perle a forma di chicco di riso, quasi tutte con una superficie molto rugosa. Le perle cinesi attualmente prodotte non sono ancora perfettamente sferiche ma hanno raggiunto una buona qualità e dimensioni fino ad arrivare agli 11mm.

Le perle naturali hanno delle gradazioni di colore stupefacenti: di fondamentale importanza sono anche la lucentezza e lo splendore (detto “oriente”): bianco argento, bianco crema, bronzo, dorato, rosa, nero, nero a riflessi verdi, azzurri o violetti.

Le perle si misurano in millimetri, in carati o in grammi. L’unità di misura usata in gioielleria è quella che ne definisce il diametro: le perle naturali normalmente usate partono da una misura minima di 9 mm fino ad arrivare a una dimensione massima di 20mm circa. Le perle coltivate partono da una misura minima di 5mm fino a una misura massima di 11mm.

Esistono dei criteri ben precisi per creare una collana di perle o una coppia d’orecchini: misura, forma, colore,  lucentezza, qualità della superficie, qualità della perlagione,  similitudine delle perle.

della Rocca si è specializzata negli anni nella creazione di gioielli con perle di qualsiasi forma e misura, divenendo per la città di Bologna un laboratorio specializzato a creare preziose forme d’arte.

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